Quando si pensa alla pesca a mosca, subito la mente corre e si sofferma sui particolari più immediati, le mosche, la coda che danza nell’aria, le bollate, un bel pesce che scodaveloce durante il rilascio, indubbiamente tutto ciò è una gradevole malattia.
Esiste però un binomio indissolubile con tutto questo, pesca uguale canna, ed è un altro virus molto più intenso ed incurabile che colpisce alcuni pescatori, totale, affascinante,senza possibilità di guarigione, pescare con una canna in bamboo refendu autocostruita.
Da circa un anno, siamo stati colpiti dal contagio, e non senza difficoltà, abbiamo realizzato alcune canne coinvolgendo prima le mani, la mente, la passione, e poi sul fiume il cuore, regalandoci momenti di autentica estasi.
Sembra miracoloso pensare ad un fusto arboreo immerso nelle umide e lontane foreste asiatiche che dopo tanto viaggiare arriva atrasformarsi in un gioiello esteticamente apprezzabile, caldo al tatto, nervoso, ma dolce quando si flette, e quando si impone nel recupero di un riottoso temolo.
Nel nostro ultra tecnologico mondo, il ritorno al manuale, alla fatica di tante ore del nostro tempo libero, ci sembra un giusto tributo ai nostri antenati costruttori che hanno fatto la storia della pam.
( Dodo 26/09/2011)